POLITICA
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Trump annuncia un nuovo divieto di viaggio per oltre una dozzina di paesi
Le restrizioni, che entreranno in vigore lunedì, prendono di mira nazioni a maggioranza musulmana e africane, riecheggiando la politica del primo mandato.
Trump annuncia un nuovo divieto di viaggio per oltre una dozzina di paesi
Trump announces new travel ban on over a dozen countries, set to take effect Monday / Reuters
5 giugno 2025

Il Presidente Donald Trump ha firmato una nuova proclamazione che reintroduce un ampio divieto di viaggio, vietando l'ingresso ai cittadini di una dozzina di paesi e imponendo restrizioni a diversi altri.

L'ordine, firmato nella tarda serata di mercoledì, entrerà in vigore alle 00:01 di lunedì.

I paesi soggetti a un divieto totale di ingresso sono: Afghanistan, Birmania (Myanmar), Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen.

Inoltre, la proclamazione impone restrizioni più severe ai visitatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.

“Devo agire per proteggere la sicurezza nazionale e l'interesse nazionale degli Stati Uniti e del suo popolo,” ha dichiarato Trump nell'ordine.

Politiche controverse

Questa mossa segna il ritorno di una delle politiche più controverse del primo mandato di Trump, quando un divieto di viaggio che prendeva di mira paesi a maggioranza musulmana aveva scatenato proteste diffuse e sfide legali.

La Corte Suprema ha infine confermato una versione rivista di quel divieto nel 2018.

La Casa Bianca non ha fornito giustificazioni specifiche per la selezione dei paesi questa volta, ma i funzionari hanno affermato che l'elenco si basa su valutazioni di sicurezza e sulla cooperazione con i protocolli di controllo statunitensi.

Trump ha dichiarato che altri paesi potrebbero essere aggiunti man mano che emergono nuove minacce nel mondo.

I gruppi per i diritti civili hanno condannato la politica definendola discriminatoria e dannosa per le famiglie separate dalle restrizioni sull'immigrazione. Gli attivisti avvertono che la misura colpisce in modo sproporzionato rifugiati e richiedenti asilo, in particolare provenienti da zone di conflitto come Sudan, Afghanistan e Yemen.

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