POLITICA
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“Il silenzio è complicità”: il Primo Ministro palestinese chiede la fine della fame
Il Primo Ministro palestinese Mohammad Mustafa ha lanciato un appello alla comunità internazionale per porre fine a quella che ha definito una “carestia deliberata”, un crimine umanitario in atto a Gaza.
“Il silenzio è complicità”: il Primo Ministro palestinese chiede la fine della fame
The Turkish Red Crescent establish a soup kitchen for displaced Palestinian families in Gaza City, Gaza on May 7, 2025. / AA
8 maggio 2025

Il Primo Ministro palestinese Mohammad Mustafa ha lanciato un appello alla comunità internazionale per porre fine a quella che ha definito una “carestia deliberata”, un crimine umanitario in atto a Gaza.

Durante una conferenza tenutasi a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, Mustafa ha dichiarato: “Riteniamo la potenza occupante, Israele, pienamente responsabile di questa catastrofe umanitaria deliberata.”

Mercoledì ha aggiunto: “Facciamo appello alla coscienza dell’umanità. Non permettete che i bambini di Gaza muoiano di fame. Non si può tollerare che cibo e acqua vengano usati come armi e strumenti di controllo. Questa carestia non è una calamità naturale, ma un crimine umanitario intenzionale, e il silenzio è complicità.”

Le agenzie delle Nazioni Unite hanno lanciato ripetuti allarmi su una catastrofe umanitaria imminente a Gaza, aggravata dal blocco imposto da Israele dall’inizio di marzo.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha accusato martedì Israele di trasformare gli aiuti umanitari in un’arma. Il portavoce Jens Laerke ha affermato:
“Non ci sono più aiuti da distribuire, perché l’operazione di soccorso è stata strangolata.”

Martedì, anche l’Alta rappresentante dell’Unione Europea Kaja Kallas ha parlato al telefono con il suo omologo israeliano, definendo la situazione “insostenibile” e chiedendo la ripresa dei flussi di aiuti.

Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha dichiarato alla fine di aprile che tutte le scorte alimentari a Gaza sono esaurite a causa del blocco israeliano.

Israele ha posto fine alla tregua durata due mesi il 18 marzo, riprendendo le offensive su vasta scala.

Domenica, il Gabinetto di Sicurezza israeliano ha approvato un piano di operazioni militari estese a Gaza, che include anche lo sfollamento della maggior parte dei residenti palestinesi.

Un funzionario ha affermato che il gabinetto ha approvato anche “la possibilità di distribuire aiuti umanitari, se necessario, al fine di impedire a Hamas di prenderne il controllo e di distruggerne le capacità di gestione.”

Le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie attive nella regione hanno accusato Israele di voler disattivare il sistema attuale di distribuzione degli aiuti, forzandole ad accettare la consegna solo tramite punti stabiliti e controllati dall’esercito israeliano.

Le organizzazioni hanno affermato che questo piano “contraddice i principi umanitari fondamentali e mira a rafforzare il controllo sui bisogni vitali come strumento di pressione.”

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