POLITICA
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Trump definisce 'terribile' la crisi di fame a Gaza, ma evita di menzionare l'assedio di Israele
Il Presidente degli Stati Uniti riconosce la crescente catastrofe umanitaria a Gaza, assediata da Israele, mentre i funzionari americani si preparano a ispezionare i controversi siti alimentari gestiti da Israele, dove Tel Aviv ha ucciso oltre 1.000 palestinesi.
Trump definisce 'terribile' la crisi di fame a Gaza, ma evita di menzionare l'assedio di Israele
Trump says Gazans are 'very hungry,' calls starvation crisis 'terrible' / AP
1 agosto 2025

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto la grave fame che affligge i palestinesi a Gaza, descrivendo la crisi di carestia come "terribile" in mezzo all'assedio israeliano in corso e alle restrizioni sugli aiuti umanitari.

"È terribile quello che sta accadendo lì. Sì, è una cosa terribile. Le persone hanno molta fame," ha dichiarato Trump ai giornalisti alla Casa Bianca giovedì. "È una situazione terribile."

Il Presidente degli Stati Uniti, tuttavia, non ha menzionato Israele, che ha causato la morte di oltre 1.000 palestinesi vicino ai punti di distribuzione degli aiuti.

Le sue dichiarazioni arrivano mentre l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, e l'Ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Mike Huckabee, si preparano a visitare Gaza per valutare i controversi siti di distribuzione alimentare GHF gestiti da Israele e coordinare una nuova strategia di aiuti.

"Viaggeranno a Gaza per ispezionare i siti di distribuzione attuali, garantire un piano per fornire più cibo e incontrare i residenti locali per ascoltare direttamente questa grave situazione sul campo," ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.

Leavitt non ha chiarito quali "residenti locali" gli ufficiali incontreranno.

La visita segue un incontro "molto produttivo" tra Witkoff, Huckabee e il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv, secondo quanto riferito da Leavitt.

Ha aggiunto che i due inviati informeranno il Presidente immediatamente dopo il loro ritorno per finalizzare un piano di consegna degli aiuti.

Il viaggio avviene in un momento di crescente preoccupazione internazionale per la crisi di carestia a Gaza, dove Israele ha imposto un blocco quasi totale dal 2 marzo, bloccando tutti i convogli di aiuti nonostante gli appelli urgenti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie.

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