Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha discusso mercoledì in una conversazione telefonica con il suo omologo sudanese, Omar Siddiq, gli sforzi volti a raggiungere la pace in Sudan.
In una nota diffusa dal Ministero degli Esteri egiziano, si precisa che le due parti hanno esaminato “gli sforzi dell’Egitto per promuovere la pace e la stabilità in Sudan e salvaguardare le risorse del popolo sudanese, anche nel quadro del gruppo internazionale a quattro sul Sudan, di cui l’Egitto fa parte”.
Abdelatty ha ribadito il costante sostegno dell’Egitto alla “sovranità del Sudan, alle sue istituzioni nazionali, all’unità del Paese e all’integrità territoriale”, sottolineando l’opposizione a “qualsiasi passo che possa minacciare l’unità del Sudan”.
Da parte sua, Siddiq ha ringraziato l’Egitto per il suo “sostegno continuo alla sovranità e alla sicurezza del Sudan” ed ha espresso il desiderio di “rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali tra i due Paesi”.
Sabato, l’Alleanza Costituente del Sudan guidata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF) ha annunciato la formazione di un governo parallelo sotto la guida del comandante delle RSF, Mohamed Hamdan Dagalo.
Le RSF e diversi gruppi alleati avevano firmato il 22 febbraio in Kenya un protocollo per istituire un governo parallelo in Sudan.
L’esercito e le RSF si affrontano in un conflitto iniziato nell’aprile 2023. Secondo le Nazioni Unite e le autorità locali, la guerra ha causato oltre 20.000 morti e 14 milioni di sfollati. Tuttavia, ricerche condotte da università statunitensi stimano che il numero dei decessi si aggiri intorno a 130.000.