POLITICA
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L'Iran chiede garanzie complete contro attacchi statunitensi prima di riprendere i colloqui sul nucleare
Il primo diplomatico iraniano ribadisce la ferma posizione del suo Paese sul programma nucleare, descrivendolo come "una questione di orgoglio e gloria nazionale" da cui Teheran "non si tirerà facilmente indietro".
L'Iran chiede garanzie complete contro attacchi statunitensi prima di riprendere i colloqui sul nucleare
Abbas Araghchi’s comments come amid ongoing diplomatic exchanges following a 12-day conflict. (Photo: AA) / AA
1 luglio 2025

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che la ripresa dei colloqui sul nucleare dipende da una chiara garanzia degli Stati Uniti di astenersi da qualsiasi aggressione militare contro Teheran.

“Non mi aspetto che i negoziati riprendano immediatamente,” ha detto Araghchi a CBS News martedì. “Prima di decidere di riavviare i colloqui, abbiamo bisogno di una garanzia che l’America non tornerà a colpirci militarmente mentre le discussioni sono in corso. Considerando tutti i fattori, è necessario più tempo,” ha aggiunto.

Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di scambi diplomatici in corso, successivi a un conflitto di 12 giorni che ha portato la regione sull’orlo di una guerra più ampia.

Lunedì, la Casa Bianca ha confermato colloqui tra l’inviato per il Medio Oriente del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, e funzionari iraniani, segnalando un cauto progresso verso l’allentamento delle tensioni.

‘Una questione di orgoglio e gloria nazionale’

Araghchi ha ribadito la posizione ferma dell’Iran sul suo programma nucleare, descrivendolo come “una questione di orgoglio e gloria nazionale” da cui Teheran “non si tirerà indietro facilmente.”

Ha inoltre sottolineato la capacità dimostrata dall’Iran di difendersi durante le recenti ostilità. “Abbiamo dimostrato durante questa guerra imposta di 12 giorni che possiamo proteggere la nostra sovranità,” ha detto. “Se l’aggressione dovesse riprendere, risponderemo in modo deciso.”

Il conflitto è scoppiato il 13 giugno, quando Israele ha lanciato attacchi aerei contro siti militari, nucleari e civili iraniani all’interno dei suoi confini, causando almeno 935 morti e oltre 5.300 feriti, secondo il Ministero della Salute iraniano.

In risposta, l’Iran ha lanciato missili e droni contro obiettivi israeliani, provocando almeno 29 morti e oltre 3.400 feriti, secondo i dati pubblicati dall’Università Ebraica di Gerusalemme.

La crisi si è ulteriormente aggravata quando gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei contro le strutture nucleari iraniane di Fordow, Natanz e Isfahan, intensificando i timori di una guerra regionale più ampia.

Un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti è entrato in vigore il 24 giugno, portando a una temporanea sospensione delle ostilità mentre continuano gli sforzi diplomatici per trovare una soluzione a lungo termine.

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