Il gruppo di resistenza palestinese ha definito la strategia bellica israeliana come un “ciclo di fallimenti” e ha accusato Netanyahu di pianificare ulteriori crimini contro i civili “all’ombra dell’amministrazione statunitense”.
Il gruppo palestinese Hamas ha avvertito che il piano israeliano di espandere gli attacchi su Gaza equivale a “sacrificare” gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia.
Domenica, il Gabinetto di Sicurezza israeliano ha approvato l’estensione della guerra a Gaza e il piano per l’occupazione di territori nella regione palestinese.
In una dichiarazione rilasciata martedì, Hamas ha affermato: “L'approvazione da parte del gabinetto di occupazione (israeliano) dei piani per espandere l’operazione terrestre a Gaza rappresenta una decisione esplicita di sacrificare gli ostaggi israeliani nella regione.”
Hamas ha descritto la decisione di Israele come “una continuazione del ciclo di fallimenti perseguito negli ultimi 20 mesi senza raggiungere gli obiettivi dichiarati.”
Il gruppo ha anche affermato che le dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sull’espansione della guerra a Gaza riflettono “la sua insistenza nel commettere ulteriori crimini contro i civili sotto la protezione dell’amministrazione statunitense.”
Hamas ha lanciato un appello urgente ai paesi arabi e islamici, alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale per “contenere il governo fascista dell’occupazione e consegnare i suoi leader alla giustizia internazionale.”
Secondo le stime israeliane, ci sarebbero 59 ostaggi ancora presenti a Gaza, di cui si ritiene che 24 siano ancora vivi. D’altro canto, secondo organizzazioni per i diritti umani palestinesi e israeliane, ci sono oltre 9.500 prigionieri palestinesi detenuti in Israele in condizioni difficili, con segnalazioni di torture, fame e negligenza medica.
Dal mese di ottobre 2023, più di 52.600 palestinesi sono stati uccisi nei violenti attacchi israeliani su Gaza, la maggior parte dei quali erano donne e bambini.
La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto nel mese di novembre contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza.
Israele è inoltre attualmente sotto processo presso la Corte Internazionale di Giustizia con l’accusa di genocidio per la sua guerra nella regione.