Il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha descritto la situazione nella Striscia di Gaza in Palestina come un "genocidio", utilizzando il linguaggio più forte finora adottato da un leader europeo riguardo alla campagna di massacri condotta da Israele nel territorio assediato.
"Gaza si trova in una situazione catastrofica di genocidio," ha dichiarato Sánchez prima di un vertice dell'UE a Bruxelles giovedì.
Ha chiesto all'Unione Europea di sospendere immediatamente il suo accordo di associazione con Israele, citando un rapporto che indicava possibili violazioni degli obblighi sui diritti umani da parte di Israele.
Le dichiarazioni di Sánchez sono arrivate mentre i soccorritori hanno riferito che almeno 76 persone sono state uccise dalle forze israeliane, in un contesto di attacchi continui e gravi carenze di cibo e medicine.
Supporto continuo alla Palestina
Sánchez è stato tra i critici più espliciti del genocidio in Palestina, ma questa è la prima volta che utilizza esplicitamente il termine.
L'ambasciata israeliana a Madrid ha condannato le osservazioni, accusando Sánchez di "demonizzare" Israele e di collocare la Spagna "dalla parte sbagliata della storia."
Il governo spagnolo ha convocato il chargé d'affaires israeliano in risposta, definendo la reazione "inaccettabile."
Lo scorso maggio, la Spagna ha formalmente riconosciuto la Palestina come stato indipendente, insieme a Irlanda e Norvegia — una mossa che Sánchez ha descritto come "storica" e coerente con il diritto internazionale.
Ha affermato che questo passo mira a sostenere la pace, senza prendere di mira alcuna parte, e ha ribadito l'impegno della Spagna per una soluzione a due stati basata sui confini del 1967.
Operatori umanitari riportano decine di vittime
L'agenzia di difesa civile di Gaza ha dichiarato che le forze israeliane hanno ucciso almeno 76 persone solo giovedì.
Mohammad al Mughair, direttore delle forniture mediche dell'agenzia, ha affermato che il bilancio delle vittime è aumentato a causa della crescente violenza israeliana intorno ai punti di distribuzione degli aiuti.
Secondo i funzionari sanitari del territorio, più di 56.000 palestinesi — per lo più civili — sono stati uccisi a Gaza da ottobre.
Le Nazioni Unite riconoscono come credibili i dati forniti dal ministero della salute.
Secondo l'agenzia ufficiale di stampa palestinese WAFA, circa 11.000 palestinesi si teme siano sepolti sotto le macerie delle case distrutte.
Gli esperti, tuttavia, sostengono che il bilancio reale delle vittime superi di gran lunga quanto riportato dalle autorità di Gaza, stimando che potrebbe aggirarsi intorno ai 200.000.
La popolazione di Gaza, composta da oltre due milioni di persone, affronta una fame diffusa dopo quasi nove mesi di attacchi e blocchi da parte di Israele.
Sebbene Israele abbia iniziato a consentire l'ingresso di aiuti limitati nel territorio a fine maggio, le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani affermano che cibo e medicine rimangono scarsi e la distribuzione è caotica, con frequenti segnalazioni di forze israeliane che sparano sui civili radunati per ricevere razioni.
Il Ministero della Salute di Gaza afferma che Israele ha ucciso quasi 550 persone nei pressi dei punti di distribuzione degli aiuti da fine maggio.