Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incaricato i principali membri della sua amministrazione di riesaminare l’attuale politica nei confronti di Cuba e di imporre misure più severe, tra cui la limitazione dei viaggi e il rafforzamento delle restrizioni finanziarie.
In un memorandum emesso lunedì, Trump ha concesso al suo Gabinetto 30 giorni per valutare le sanzioni e raccomandare opzioni più rigide, con particolare attenzione ai settori che avvantaggiano il governo, l'esercito e i servizi di intelligence cubani.
La direttiva prevede una revisione del trattamento dei dissidenti da parte di Cuba e mira a limitare le transazioni finanziarie che "favoriscono in modo sproporzionato il governo cubano a scapito del popolo cubano."
Tra i possibili cambiamenti vi sono la sospensione del turismo verso l'isola e la restrizione dei viaggi educativi a gruppi organizzati e guidati esclusivamente da cittadini statunitensi.
Questo cambiamento di politica è in linea con la posizione dichiarata di Trump di annullare l'apertura diplomatica ed economica verso L'Avana avviata sotto gli ex presidenti Barack Obama e Joe Biden.
In uno dei suoi ultimi atti in carica, Biden aveva rimosso Cuba dalla lista statunitense degli sponsor statali del terrorismo.
Embargo economico, restrizioni di viaggio
Secondo un documento informativo della Casa Bianca, il memorandum di Trump sostiene il mantenimento dell'embargo economico degli Stati Uniti su Cuba e respinge le richieste internazionali di revocarlo, incluse quelle delle Nazioni Unite.
L'amministrazione Trump ha anche adottato misure più ampie che riguardano Cuba, tra cui restrizioni sui visti per funzionari cubani e stranieri legati alle missioni mediche all'estero di Cuba, che il Segretario di Stato Marco Rubio ha definito come "lavoro forzato."
Inoltre, sono state revocate le protezioni temporanee per circa 300.000 cubani che vivono negli Stati Uniti, eliminando le salvaguardie contro la deportazione.
Il vice ministro degli Esteri cubano, Carlos Fernandez de Cossio, ha condannato l'approccio degli Stati Uniti in una recente intervista con l'Associated Press, accusando Washington di screditare i programmi medici cubani e di invertire gli sforzi per accogliere i migranti cubani.
Rubio, la cui famiglia ha lasciato Cuba prima della rivoluzione del 1959, ha a lungo sostenuto misure severe contro L'Avana, citando il carattere autoritario del governo e le preoccupazioni sui diritti umani.