L'inquinamento da plastica causa ogni anno danni economici legati alla salute per oltre 1,5 trilioni di dollari e contribuisce a malattie e decessi in ogni fase della vita, secondo una nuova revisione pubblicata domenica sulla rivista medica The Lancet.
“Il mondo è in una crisi della plastica,” hanno scritto gli autori. “Ma non è inevitabile.” Essi sollecitano interventi politici basati sulla scienza e sui costi, tra cui regolamentazioni, applicazione delle leggi e incentivi finanziari, simili a quelli utilizzati per combattere l'inquinamento atmosferico e l'esposizione al piombo.
I risultati emergono proprio mentre i negoziati guidati dalle Nazioni Unite per finalizzare un trattato globale sulla plastica riprendono a Ginevra.
Definendo la plastica una “grave e crescente” minaccia per la salute umana e planetaria, la revisione avverte che la produzione di plastica sta accelerando.
Secondo lo studio, la produzione di plastica è passata da appena 2 milioni di tonnellate metriche nel 1950 a 475 milioni di tonnellate nel 2022 e si prevede che raggiungerà 1,2 miliardi di tonnellate entro il 2060.
Nel frattempo, 8 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica si sono accumulati nell'ambiente, la maggior parte dei quali persiste negli ecosistemi a causa della resistenza alla biodegradazione. Meno del 10 percento della plastica viene effettivamente riciclato.
La pubblicazione arriva mentre questa settimana riprendono a Ginevra i negoziati globali per la seconda parte della quinta sessione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-5.2).
Dal 5 al 14 agosto, delegati provenienti da oltre 170 paesi tenteranno di rilanciare lo slancio verso un accordo giuridicamente vincolante per ridurre l'inquinamento da plastica.