L’alto rappresentante di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato che il tentativo di Israele di assassinare i negoziatori di pace del gruppo di resistenza palestinese in Qatar rappresenta un "colpo diretto" alla proposta di cessate il fuoco del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per Gaza.
"Il tentativo di assassinio della delegazione è un colpo diretto alla proposta del presidente Trump. Se gli israeliani l'accettano, dovrebbero ascoltare la risposta di Hamas, non bombardare Doha e il luogo dell'incontro," ha affermato Hamdan in una dichiarazione televisiva.
Ha aggiunto che il rifiuto di Israele di rispondere alla proposta dei mediatori del 18 agosto "è stato un chiaro colpo di stato contro il percorso negoziale e la possibilità di raggiungere un accordo per fermare l'aggressione su Gaza e garantire il rilascio dei prigionieri."
Hamdan ha affermato che Hamas sta aspettando "l'esito degli sforzi e dei contatti da parte del Qatar e dell'Egitto per vedere se c'è una reale intenzione americana di fare pressione su Israele per raggiungere un cessate il fuoco definitivo."
Ha sottolineato che la mediazione guidata da Egitto e Qatar era stata vicina a progressi in diverse occasioni, "ma il regime di occupazione le ha ostacolate con assassinii o nuove aggressioni a Gaza, l'ultima delle quali è stato l'attacco a Doha."
"Tuttavia, Qatar ed Egitto hanno dimostrato una grande capacità di assorbire i colpi dell'occupazione e di andare avanti, perché ciò che è necessario è fermare l'aggressione e porre fine all'entità canaglia (Israele) che destabilizza la sicurezza della regione," ha aggiunto.
Israele ha bombardato un complesso residenziale a Doha martedì, uccidendo cinque membri di Hamas e un ufficiale della sicurezza qatariota.
Il Qatar ha condannato l'attacco israeliano definendolo "terrorismo di Stato," affermando il proprio diritto a rispondere.
L'attacco è avvenuto nonostante il ruolo di mediazione del Qatar, insieme a Egitto e Stati Uniti, nei colloqui indiretti volti a un cessate il fuoco e a un accordo di scambio di prigionieri.
Genocidio a Gaza
Israele sta conducendo un genocidio a Gaza dall'ottobre 2023. I palestinesi hanno registrato l'uccisione di oltre 64.756 persone, per lo più donne e bambini.
Si teme che circa 11.000 palestinesi siano sepolti sotto le macerie delle case distrutte, secondo l'agenzia ufficiale di notizie palestinese WAFA.
Gli esperti, tuttavia, sostengono che il bilancio reale delle vittime superi di gran lunga quanto riportato dalle autorità di Gaza, stimando che potrebbe aggirarsi intorno ai 200.000.
Israele afferma che 48 dei suoi cittadini si trovano ancora a Gaza, inclusi 20 che si ritiene siano vivi.
Oltre 11.000 palestinesi sono detenuti nelle prigioni israeliane, dove i gruppi per i diritti umani denunciano torture, fame, negligenza medica e numerosi decessi in custodia.
Hamas ha dichiarato di essere pronto a rilasciare tutti i prigionieri israeliani "in un'unica soluzione" se Israele metterà fine al genocidio, ritirerà le sue forze da Gaza e libererà tutti i prigionieri palestinesi.
Benjamin Netanyahu, noto per le sue posizioni intransigenti e ricercato dalla Corte Penale Internazionale, continua a insistere sul mantenimento dell'occupazione di Gaza.
