POLITICA
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Greene accusa AIPAC di essere una lobby straniera dopo aver definito “genocidio” la guerra a Gaza
Il gruppo di lobby filo-israeliano etichetta la star MAGA Marjorie Taylor Greene come “la nuova membro della Squad anti-Israele” in un duro scontro politico.
Greene accusa AIPAC di essere una lobby straniera dopo aver definito “genocidio” la guerra a Gaza
Marjorie Taylor Greene subisce forti critiche per aver riconosciuto il genocidio israeliano a Gaza. / AP
5 ore fa

La deputata del Congresso degli Stati Uniti Marjorie Taylor Greene ha risposto duramente all'influente gruppo di lobby filo-israeliano AIPAC (Comitato americano-israeliano per gli affari pubblici), che l'ha accusata di "tradire i valori americani" dopo le sue dichiarazioni secondo cui Israele starebbe commettendo un genocidio a Gaza.

In un post pubblicato giovedì sui social media, Greene ha scritto: "AIPAC mente ai suoi donatori sostenendo che io stia 'tradendo i valori americani'. LA VERITÀ è che AIPAC lavora e fa pressioni per conto di un Paese straniero, Israele, al 1.000.000%!”

Ha poi aggiunto: "Io sono completamente AMERICANA! Non posso essere comprata e non farò marcia indietro! Forza, provateci!"

In precedenza, AIPAC aveva inviato un'e-mail ai propri sostenitori per raccogliere fondi, affermando: "Da Rashida Tlaib e Ilhan Omar ci si può aspettare diffamazioni contro Israele. Ma ora anche Marjorie Taylor Greene si è unita a loro, ripetendo la stessa retorica disgustosa e votando contro l'alleanza tra Stati Uniti e Israele."

Giovedì, Greene ha risposto affermando:
“Sono una delle poche persone al Congresso che non riceve denaro da AIPAC. E aggiungo che AIPAC dona molto più ai Repubblicani che ai Democratici.”

Il gruppo di lobby ha definito “ripugnanti” le affermazioni della deputata, dichiarando:
“Diciamolo chiaramente: Marjorie Taylor Greene è la nuova membro della Squad anti-israeliana. Potrà forse ricevere applausi dall’estrema sinistra o dai radicali online, ma noi sappiamo bene di cosa si tratta: un tradimento dei valori americani e una pericolosa distorsione della verità.”

Le ultime dichiarazioni di Greene segnano una rottura con le sue posizioni precedenti, ma la pongono in prima linea tra le voci conservatrici pro-MAGA (Make America Great Again) che, mentre prosegue la guerra a Gaza e il bilancio delle vittime cresce, condannano apertamente le azioni di Israele.

Negli ultimi tempi, con la diffusione di immagini strazianti di bambini palestinesi in fin di vita a causa della fame, Greene si è distinta come una delle figure politiche statunitensi più vocali nel definire apertamente le operazioni israeliane a Gaza come un genocidio.

Morti per fame a Gaza: Trump smentisce Netanyahu

Il 28 luglio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che a Gaza si sta vivendo “una vera carestia”, prendendo così le distanze dalle dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva negato l’esistenza di una crisi umanitaria nel territorio assediato.

Alla domanda se condividesse le smentite di Netanyahu secondo cui Israele non sta alimentando la fame a Gaza, Trump ha risposto:
“Quei bambini sembrano davvero affamati… È una vera situazione di fame.”

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha descritto la situazione a Gaza come un contesto caratterizzato da “fame diffusa, malnutrizione e malattie”, che stanno provocando un crescente numero di morti legate alla fame.

Negli ultimi 22 mesi, Israele ha distrutto sistematicamente quasi tutta la Striscia di Gaza, costretto ripetutamente la popolazione civile allo sfollamento, ucciso oltre 61.000 persone e mantenuto un blocco asfissiante che ha contribuito a causare una carestia letale.

Secondo l’agenzia ufficiale palestinese WAFA, si stima che circa 11.000 palestinesi siano ancora sepolti sotto le macerie delle loro abitazioni distrutte.

Esperti internazionali sostengono che il numero reale delle vittime sia ben più alto rispetto alle cifre diffuse dalle autorità locali, e stimano che il bilancio potrebbe raggiungere i 200.000 morti.

Nel 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha ritenuto plausibile che Israele abbia commesso atti in violazione della Convenzione sul genocidio.

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