La visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Somalia nel 2011 ha rappresentato “un punto di svolta storico che ha cambiato il destino del Paese”. Lo ha dichiarato il Ministro dei Porti e dei Trasporti Marittimi della Somalia, Abdulkadir Mohamed Nur, in un’intervista all’agenzia Anadolu.
Nur ha ricordato che l’arrivo di Erdogan a Mogadiscio, nell’agosto 2011, accompagnato dalla moglie Emine, dai figli e da alcuni ministri, avvenne in uno dei periodi più difficili per la Somalia dopo il crollo dello Stato nel 1990, mentre il Paese affrontava la peggiore siccità della sua storia.
Secondo il ministro, la visita ha segnato l’uscita dall’isolamento internazionale e ha posto le basi per elevare le relazioni tra Somalia e Türkiye a un livello strategico. “Non solo il popolo turco ha fornito aiuti, ma l’attenzione del mondo intero si è concentrata sulla Somalia”, ha sottolineato Nur, evidenziando che da allora Ankara ha continuato a sostenere la ricostruzione del Paese e la sua lotta contro il terrorismo.
Anche Mohamed Dhuubow, direttore dell’Ufficio per la Promozione degli Investimenti Somali, ha ricordato l’importanza delle visite di Erdogan. “Quella del 2011 era finalizzata agli aiuti umanitari, mentre la seconda, nel 2016, è stata un viaggio di sviluppo”, ha spiegato, sottolineando che il ruolo della Türkiye si è progressivamente orientato verso investimenti e infrastrutture.
L’apertura dell’ambasciata turca a Mogadiscio, l’attività della Turkish Cooperation and Coordination Agency (TIKA) e la costruzione di scuole e ospedali hanno contribuito a istituzionalizzare i rapporti bilaterali.
Oggi la Somalia è considerata un simbolo dell’espansione africana degli impegni della Türkiye: le aziende turche sono attive nelle infrastrutture e nella vita quotidiana del Paese, mentre i due governi collaborano in settori che spaziano dall’energia alla pesca, fino allo spazio.