Il presidente di J Street, uno dei principali gruppi filo-israeliani negli Stati Uniti, ha riconosciuto che Israele potrebbe aver violato la Convenzione internazionale sul genocidio nelle sue operazioni a Gaza.
In un post pubblicato domenica sul blog dell’organizzazione, Jeremy Ben-Ami ha dichiarato: “Argomentazioni giuridiche e accademiche mi hanno portato alla razionale conclusione che un giorno i tribunali internazionali potrebbero stabilire che Israele ha violato la Convenzione sul genocidio”.
Ben-Ami ha definito questa consapevolezza “profonda e dolorosa”, chiedendosi: “Come può Israele, uno Stato fondato da un popolo sopravvissuto a un genocidio, essere responsabile di un crimine così orribile?”
Ha inoltre sottolineato che, per molti membri della comunità ebraica, anche solo considerare questa ipotesi appare “inconcepibile” e porre tale domanda è visto come “scandaloso”.
Figura a lungo considerata filo-israeliana, Jeremy Ben-Ami ha denunciato come "violazioni assolutamente ingiustificabili" le azioni di Israele a Gaza, tra cui il rifiuto di fornire cibo e beni di prima necessità ai civili, gli attacchi dell'esercito contro chi cerca di distribuire aiuti, la distruzione totale delle infrastrutture e il trasferimento forzato della popolazione in "aree insopportabilmente ristrette".
"Finora ho cercato di respingere e di difenderemi dalle critiche che definivano tutto ciò un genocidio", ha ammesso Ben-Ami, criticando apertamente la propria posizione passata.
"Non posso più contestare né dibattere con chi usa questo termine. Non difenderò più l'indifendibile", ha affermato.
Prevedendo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri membri del governo dovranno un giorno rispondere davanti alla giustizia internazionale, Ben-Ami ha avvertito che alcuni gruppi ebraici potrebbero etichettare tali procedimenti come "antisemiti".
"Questo governo e i suoi leader saranno ricordati per le atrocità che hanno permesso", ha concluso.