Gli Stati Uniti hanno sospeso quasi tutte le categorie di visti per i titolari di passaporto palestinese provenienti da Gaza, ha riportato il New York Times.
Secondo un documento inviato il 18 agosto dal Dipartimento di Stato alle missioni diplomatiche statunitensi nel mondo, saranno applicate ampie restrizioni che impediranno anche a molti palestinesi della Cisgiordania occupata e della diaspora di ottenere visti non immigratori. La notizia si basa su quattro diverse fonti americane.
Il quotidiano sottolinea che queste misure più severe hanno un impatto almeno temporaneo su categorie di visto legate a cure mediche, studi universitari, visite familiari e viaggi di lavoro.
La decisione di sospendere i visti arriva dopo la revoca di quelli concessi a funzionari palestinesi, circostanza che impedirà loro di partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma a settembre a New York.
La mossa è arrivata dopo che Francia, Regno Unito, Canada e Australia hanno annunciato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina in occasione della prossima Assemblea Generale, unendosi così ai 147 Paesi che già lo considerano uno Stato sovrano.
Il 31 luglio il Dipartimento di Stato americano ha imposto sanzioni contro l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e l’Autorità Palestinese, negando i visti statunitensi ai loro membri.
Washington ha inoltre revocato di recente le sanzioni contro i coloni israeliani accusati di attacchi contro i palestinesi in Cisgiordania occupata.
A gennaio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva formalmente eliminato le sanzioni nei confronti di coloni e gruppi israeliani illegali, tra cui l’associazione degli insediamenti Amana, accusata di atti di violenza contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata.
L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Tesoro ha annunciato ufficialmente la fine delle misure restrittive.