POLITICA
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Il premier australiano Albanese: "Fame e morti a Gaza sono inaccettabili"
L’Australia pronta a riconoscere lo Stato di Palestina all’ONU a settembre, seguendo l’esempio di Regno Unito, Francia e Canada.
Il premier australiano Albanese: "Fame e morti a Gaza sono inaccettabili"
Un uomo palestinese porta un bambino dopo un attacco aereo israeliano a Gaza City, il 12 agosto 2025. / Reuters
13 agosto 2025

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha definito mercoledì "assolutamente inaccettabili" la fame e le perdite di vite umane nella Striscia di Gaza. In una dichiarazione ufficiale, Albanese ha espresso forte preoccupazione per la situazione, affermando che le azioni di Israele "non sono giustificabili".

Durante un'intervista all'emittente ABC, Albanese ha ricordato: "Lo scorso marzo Israele ha annunciato restrizioni al flusso degli aiuti umanitari e oggi ne constatiamo le drammatiche conseguenze. A Gaza è in atto una catastrofe umanitaria". Interrogato se la politica israeliana di affamamento deliberato possa configurarsi come crimine di guerra, ha risposto: "Non si tratta certamente di una situazione conforme al diritto internazionale".

"Nonostante le limitazioni imposte all'accesso dei media nella Striscia, ogni sera le persone possono vedere in televisione quello che sta accadendo. Assistiamo non solo a immense sofferenze, fame e perdite di vite umane, ma anche all'uccisione di civili che cercano semplicemente di procurarsi cibo e acqua. Nel 2025 questo è del tutto inaccettabile", ha dichiarato il premier.

Martedì, in una precedente dichiarazione, Albanese aveva già sottolineato che le azioni militari israeliane a Gaza hanno causato vittime innocenti, povertà e violenze, definendo anche queste conseguenze "completamente inaccettabili".

Il primo ministro australiano ha inoltre annunciato lunedì che l'Australia riconoscerà ufficialmente la Palestina a settembre, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Israele si trova sotto crescente pressione internazionale per il conflitto nella Striscia di Gaza, che si protrae da 22 mesi e coinvolge oltre due milioni di palestinesi.

Le organizzazioni umanitarie e le agenzie delle Nazioni Unite hanno lanciato ripetuti allarmi per il rischio di carestia su vasta scala, principalmente a causa del blocco totale degli aiuti imposto da Israele da oltre due mesi.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che, dall'inizio di gennaio 2025, sono morte 148 persone a Gaza per malnutrizione. Il Programma Alimentare Mondiale (WFP), in una dichiarazione diffusa ad agosto, ha avvertito che i livelli di fame e malnutrizione nella Striscia hanno raggiunto il picco più alto dall'inizio del conflitto.

Secondo il WFP, "oltre un terzo della popolazione resta senza cibo per giorni" e, con 300.000 bambini a rischio di malnutrizione grave, la situazione continua a deteriorarsi poiché non viene autorizzato l'ingresso di un numero sufficiente di convogli umanitari a Gaza.

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