L'inviato turco presso le Nazioni Unite, Ahmet Yildiz, ha dichiarato che le politiche israeliane alimentano l'instabilità in Siria e minacciano la sicurezza regionale, esortando la comunità internazionale a revocare le sanzioni rimanenti e a sostenere la sovranità del paese.
“La Siria continua a occupare un posto di rilievo nell'agenda internazionale. Il nuovo periodo richiede sforzi costanti per garantire pace e stabilità sulla base della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'unità nazionale del paese,” ha affermato Yildiz durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite giovedì.
Ha sottolineato che “rafforzare l'amministrazione siriana è cruciale per raggiungere questo obiettivo,” aggiungendo: “Non dobbiamo permettere che la nostra attenzione si allontani dal compito essenziale di ristabilire stabilità e sicurezza nel paese.”
Chiedendo la “rimozione delle sanzioni rimanenti affinché l'amministrazione siriana possa operare e servire i suoi cittadini,” Yildiz ha sottolineato che “un'amministrazione centralizzata e un esercito nazionale unificato sono indispensabili” per la pace.
“Gli sviluppi recenti a Sweida dimostrano ancora una volta la natura distruttiva e destabilizzante delle politiche israeliane nella regione,” ha affermato, avvertendo che “azioni destabilizzanti che minacciano l'unità, la stabilità e il benessere del popolo siriano non dovrebbero essere tollerate.”
“Gli sforzi che minano la sovranità della Siria o alimentano la frammentazione comportano seri rischi di una destabilizzazione regionale più ampia,” ha aggiunto.
‘Passi credibili’
La violenza a Sweida è scoppiata a metà luglio tra tribù beduine e fazioni druse. Le forze governative sono intervenute per sedare i combattimenti, mentre Israele è intervenuto bombardando Damasco con il pretesto di proteggere la minoranza drusa. Successivamente è stata annunciata una tregua mediata dagli Stati Uniti.
Yildiz ha fatto riferimento all'accordo del 10 marzo tra il governo siriano e l'organizzazione terroristica SDF, osservando: “Non abbiamo ancora visto passi credibili da parte dell'‘SDF’ che riducano le tensioni o contribuiscano a un ambiente di sicurezza e fiducia.”
“Ulteriori pressioni devono essere esercitate sull'‘SDF,’ che cerca di prolungare l'incertezza e sfruttare potenziali crisi a proprio vantaggio,” ha sottolineato.
Il 10 marzo, la presidenza siriana ha annunciato la firma di un accordo per l'integrazione dell'SDF nelle istituzioni statali, riaffermando l'unità territoriale del paese e respingendo qualsiasi tentativo di divisione.
L'SDF è dominato dal gruppo terroristico YPG, il ramo siriano del PKK.
Yildiz ha dichiarato che “il periodo a venire richiede un coinvolgimento con il governo siriano e una più stretta cooperazione internazionale,” ribadendo: “La Türkiye rimarrà pienamente impegnata in questa visione.”
Il governo siriano ha intensificato gli sforzi di sicurezza dopo la destituzione di Bashar al-Assad lo scorso anno, dopo 24 anni al potere.
Assad è fuggito in Russia a dicembre, ponendo fine al regime del Partito Baath, al potere dal 1963. Una nuova amministrazione guidata dal presidente Ahmad al Sharaa è stata formata a gennaio.