Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che sarebbe favorevole a permettere ai giornalisti di entrare nella Striscia di Gaza, sotto assedio, per constatare di persona la situazione umanitaria e raccontarla.
Dall’ottobre 2023, quando Israele ha avviato il genocidio, l’ingresso di giornalisti stranieri a Gaza è vietato, salvo che avvenga con supervisione dell’esercito israeliano.
Parlando giovedì nello Studio Ovale, Trump ha affermato: «Vorrei che accadesse. Certo che sì. Per me sarebbe del tutto appropriato che i giornalisti entrassero. E, come sapete, il giornalismo è un lavoro molto pericoloso, ma mi piacerebbe che fosse possibile vedere con i propri occhi».
Le sue dichiarazioni arrivano dopo che oltre 100 giornalisti, fotoreporter e inviati di guerra di tutto il mondo hanno firmato una petizione chiedendo un accesso “immediato e senza restrizioni” alla stampa straniera per poter documentare in maniera indipendente il massacro in corso a Gaza.
Nell’ambito dell’iniziativa “Diritto di informare” lanciata dal pluripremiato fotoreporter di guerra André Liohn, è stata diffusa una petizione firmata da importanti giornalisti, tra cui Alex Crawford di Sky News, Christiane Amanpour e Clarissa Ward della CNN, il giornalista Mehdi Hasan e il celebre fotografo di guerra Don McCullin.
I firmatari hanno esortato Israele a consentire ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza in modo libero e trasparente, denunciando il divieto imposto alla stampa internazionale dall’inizio della guerra come “una chiara violazione del diritto del pubblico a essere informato”.
Organizzazioni per la libertà di stampa e gruppi umanitari hanno più volte chiesto a Israele di revocare le restrizioni, avvertendo che l’assenza di un giornalismo indipendente a Gaza costringe l’opinione pubblica mondiale a basarsi su narrazioni limitate, approvate dai militari, e sul lavoro di un ristretto numero di reporter locali, molti dei quali sono stati uccisi nel conflitto.