Il primo ministro dell'Etiopia, Abiy Ahmed, ha inaugurato martedì la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), un progetto idroelettrico da 4,5 miliardi di dollari, il più grande in Africa, durante una cerimonia a cui hanno partecipato leader regionali e dignitari stranieri.
Avviato nel 2011 sotto il defunto primo ministro Meles Zenawi, il progetto sul Nilo Azzurro è stato progettato per generare 5.150 megawatt di elettricità, con l'obiettivo di alleviare le croniche carenze energetiche e ampliare le esportazioni.
Celebrata come un'opera finanziata interamente con fondi locali, la GERD ha sollevato preoccupazioni da parte di Egitto e Sudan riguardo al suo impatto sulla sicurezza idrica. Tuttavia, l'Etiopia sostiene che la diga rappresenti un simbolo di unità nazionale e un passo verso la cooperazione regionale, con benefici significativi anche per i paesi a valle.
Per l'Etiopia, la GERD è un progetto nazionale di portata storica e un raro simbolo unificante in un Paese lacerato da conflitti interni. Con un'altezza di 145 metri e una lunghezza di quasi due chilometri sul Nilo Azzurro, vicino al confine con il Sudan, questa megastruttura da 4 miliardi di dollari è progettata per contenere 74 miliardi di metri cubi d'acqua e generare 5.000 megawatt di elettricità, più del doppio della capacità attuale dell'Etiopia.
‘Ascesa geopolitica’
I festeggiamenti sono iniziati lunedì sera con uno spettacolo di lanterne, laser e droni che hanno scritto slogan come "ascesa geopolitica" e "un salto nel futuro", osservati dal primo ministro Abiy Ahmed, che ha fatto del progetto un pilastro del suo governo.
Secondo i dati della Banca Mondiale, circa il 45% dei 130 milioni di abitanti dell'Etiopia non ha accesso all'elettricità, e i frequenti blackout ad Addis Abeba costringono aziende e famiglie a fare affidamento sui generatori. Gli analisti sostengono che la GERD, in costruzione dal 2011, potrebbe trasformare l'economia etiope, aumentando la produzione industriale, favorendo il passaggio ai veicoli elettrici e fornendo energia ai paesi vicini attraverso interconnessioni regionali che si estendono fino alla Tanzania.
‘Minaccia esistenziale’
L'Egitto, che dipende dal Nilo per il 97% della sua acqua, vede nella diga una minaccia imminente. Con una popolazione di 110 milioni e scarse precipitazioni, la dipendenza dell'Egitto dal fiume è assoluta. Il Presidente Abdel Fattah el-Sisi ha ripetutamente definito la diga una "minaccia esistenziale" e ha promesso che l'Egitto adotterà tutte le misure previste dal diritto internazionale per difendere la propria sicurezza idrica.
"Chiunque pensi che l'Egitto chiuderà un occhio sui suoi diritti idrici si sbaglia", ha dichiarato ai giornalisti il mese scorso.
Lo stallo ha acuito le rivalità regionali. L'Egitto ha rafforzato i legami con l'Eritrea e la Somalia, entrambe in rapporti tesi con l'Etiopia, e coordina strettamente con il Sudan, anch'esso preoccupato per la riduzione dei flussi. I tentativi di mediazione da parte di Stati Uniti, Banca Mondiale, Russia, Emirati Arabi Uniti e Unione Africana sono falliti negli ultimi dieci anni.